A 90 anni su e giù dalla Tognola «Ogni giorno me ne faccio sei»

di Manuela Crepaz

Ha dovuto ammettere pure lui stesso che il suo compleanno sulla neve ha un che di eccezionale, anche se scia da una vita. Infatti, Egidio Scalet di Transacqua ha festeggiato i suoi 90 anni nella pausa tra una discesa della Tognola 1 e l’altra. I motivi dell’eccezionalità sono vari, e non tanto – o non solo - per l’età, come si potrebbe pensare di primo acchito. Ormai, festeggiare 90 anni in salute è sempre meno una novità.  E allora?

In primis, gli sciatori provetti rimangono incantati nell’ascoltare che si fa sei Tognole di fila ogni mattina. Non è da tutti: la mitica pista è considerata tra le più affascinanti e tecniche del Dolomiti Superski. Le gambe, dopo poche discese fatte bene, non rispondono più alla voglia di continuare, ma non è il caso di Egidio.

In secundis, è lui che, ganzo, ci confida: «Ogni mattina dal lunedì al venerdì (altro elemento di eccezionalità) prendo lo skibus alle 9,35; alle 10,20 sono ai tornelli e, compresa la pausa, scio due ore e mezza, in tempo per riprendere lo skibus che mi porta a casa alle 12,50. Faccio tre Tognole all’ora senza fermarmi, una ogni venti minuti, compresa la risalita. Il pomeriggio mi trovo sempre qualcosa da fare e se sono “libero”, vado in biblioteca a leggere».

Ci racconta poi: «Lo scorso anno ho fatto 79 giornate sci, le ho contate a fine stagione, se mi accorgevo prima arrivavo a 80!». E quest’anno? «Più o meno ci siamo. Ma devo confidarvi un segreto: non parto da casa con scarponi ai piedi e sci in spalla. Ed è una grande comodità, altrimenti non andrei a sciare così spesso, troppo complicato. Gli impianti Tognola hanno messo a disposizione per me e i miei amici un deposito sci dove teniamo al caldo pure gli scarponi. Gli siamo veramente riconoscenti».

Ecco, gli amici: lui è indubbiamente il più anziano, ma c’è pure Piero Delazzer che ha compiuto 89 anni a gennaio, tra la decina che costituisce quello che loro definiscono ridendo “lo Sci Club San Giuseppe”. Per chi non lo sapesse, San Giuseppe per i primierotti è la casa di riposo.
E l’altro giorno si sono trovati tutti assieme nella pausa a festeggiare con la torta e un bollicine trentino. «Normalmente - ci dice Egidio - festeggiamo con la pizza, ma questa volta i miei amici hanno voluto stupirmi con il cartello degli auguri affisso nel deposito sci assieme alle ragazze degli impianti Tognola e con un buonissimo dolce alla frutta dedicato».

Si penserà ad una persona fuori dal comune, magari ad un maestro di sci o una guida alpina, niente di tutto questo. Il terzo fattore di eccezionalità è infatti la sua normalità. È stato impiegato Enel e impianti elettrici fra il Trentino (Ala, Santa Massenza, Tione) e Padova. «Sono andato in pensione presto, però», dice per schermirsi un po’. È infatti restio a parlare di sé, anche se cerca di aiutarci a comprendere i suoi segreti di longevità.

Mostrando la tessera del giornale, aggiunge: «Leggo l’Adige ogni mattina e per me l’attività costante è ragione di salute. L’inverno è la miglior stagione. Amo lo sci perché è un’occasione per stare con gli amici. Ho inoltre la pressione un po’ alta e vedo che si stabilizza quando vado in quota. Nelle altre stagioni mi muovo costantemente, ho tanti hobby, curo l’orto, ogni lavoro di casa cerco di farmelo, dal ripristinare la serra all’aggiustare la macchina». Ne possiede una d’epoca, altra sua passione.

Che il segreto vero sia in quello che mangia? Si mette a ridere e pensa all’amata moglie Agnese («ghe voi tant ben!»). «Non credo. Mi alzo alle sette, faccio colazione con un panino e mezzo, miele o marmellata e una tazza grande, ma grande, di caffè. A pranzo mangio quel che c’è, un po’ di carne, verdura, pasta, una dieta normalissima. Non mi faccio mai mancare però un buon bicchiere di Lambrusco». E aggiunge: «La sera Agnese e io non usciamo mai per nessuna ragione».
Insomma, il segreto della longevità starebbe nella normalità per Egidio, che incarna alla perfezione i dictat dei guru del benessere: sport, movimento, socialità, moderazione a tavola e nella vita. Certo che il suo carattere benevolo e conviviale fanno il resto.

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